Il 15 luglio del 1938 venne pubblicato sul Giornale d’Italia il “Manifesto sulla purezza della Razza“. Vergognoso testo para-scientifico, propedeutico alle criminali leggi razziali introdotte da li a un anno dal fascismo.
Dopo settantacinque anni succede che l’eurodeputato Mario Borghezio dà del bongo-bongo al ministro Cecile Kyénge. E il sodale di Borghezio, il vice-presidente del Senato della Repubblica Roberto Calderoli, la paragona a un orango. Giusto per sottolineare il concetto.
Succede anche che a Cuveglio (Varese) il dr.Gianantonio Valli – medico di base della locale ASL – usi ricevere i propri pazienti fra un busto di Hitler, testi negazionisti e articoli contro il “flagello dell’immigrazione”.
Cosa deve ancora succedere per indignarsi sul serio?