Recentemente abbiamo pubblicato l’elenco dei cinquantadue eurodeputati italiani che hanno votato a favore della nuova direttiva europea in tema di vivisezione. Uno di questi, Pino Arlacchi (ALDE, i democratici e liberali europei), ha scritto una lettera di risposta alle numerose e-mail di protesta ricevute. Lettera nella quale spiega i motivi del suo voto favorevole di cui, pare, sia adesso pentito.
Un brano di quella lettera ci sembra inquietante. Arlacchi scrive:
E dico subito che ho un pò sottovalutato il tema, affidandomi alla valutazione del mio gruppo (ALDE, i democratici e liberali europei), senza approfondire l’ argomento con una indagine personale.
Vediamo se abbiamo capito bene: questi signori se ne vanno a Strasburgo, ricevono indicazioni su come votare su un provvedimento di cui sanno poco o niente, eseguono diligentemente il compitino e se ne ritornano in Italia. Il dovere di europarlamentare – remunerato profumatamente – è così espletato e la coscienza è salva.
Diamo atto a Pino Arlacchi – che conosciamo per persona seria e competente in tema di lotta alla criminalità organizzata – di aver detto perlomeno le cose come stanno. L’indecente silenzio degli altri cinquantuno eurodeputati ci assorda.